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Publié par Alessandro Zabini




Il tuono si spense in lontananza, mentre la pioggia crepitante stillava tra le fronde dei cottonwood, stagnava nelle pozze torbide, crosciava scorrendo a rivoli nel pantano della strada e dei vicoli, martellava i pochi fabbricati di legno dell’avamposto della Union Pacific, e le numerose tende scrollate dal vento gelido.

Un lampo guizzò all’orizzonte nel cielo tenebroso e un tuono balzò e rimbalzò sulla vastità della pianura, quando Brion Latimer e Miles Nashe, gocciolanti di pioggia, infangati, infreddoliti, dopo aver cercato per tutto l’avamposto, entrarono nel caldo fetido e sgradevole dell’affollato Crimson Lake Saloon, il più grande e lussuoso fabbricato di tronchi dell’avamposto, con tanto di vetri alle finestre. Avevano combattuto assieme durante la Guerra Civile e per parecchi mesi avevano lavorato come operai per la Union Pacific, impegnata assieme alla Central Pacific nella costruzione della prima ferrovia transcontinentale. Stanchi di essere pagati poco e di mangiare e dormire quasi peggio che in guerra, si erano presentati volontari quando la compagnia aveva chiesto ragazzi svegli, coraggiosi e bravi a sparare per la caccia al bisonte; ma non avevano tardato a restare completamente disgustati dall’orrendo massacro.

Guardarono attorno, nella luce gialla e fumosa delle lampade, avanzando a fatica tra la folla vociante composta di operai e cacciatori di bisonti, prostitute e giocatori di professione, trafficanti, vagabondi e pendagli da forca assortiti, finché videro Comanche Simon e Lyman Withers seduti a un tavolo a bere e chiacchierare.

Qualche istante più tardi, gli sguardi indomiti e penetranti di Simon e Withers scrutavano i due giovani cacciatori di bisonti. Durante la loro esistenza, Comanche Simon e Lyman Withers avevano appreso molto dagli Indiani delle Pianure, perciò erano stati assunti dall’esercito come scorridori. In comune avevano il portamento agile, fiero, e il volto enigmatico, impenetrabile. Simon era di media statura, snello e nerboruto: con la chioma corvina, gli occhi di ossidiana e il magro volto abbronzato, assomigliava molto a un Indiano. Withers invece era alto, magro, dinoccolato, con le spalle un po’ curve e folti capelli arruffati e brizzolati, la faccia  lunga e grinzosa, l’occhio destro nascosto da una benda nera, quello sinistro limpido e gelido come ghiaccio, il naso lungo, spiovente, e la barba bianca, incolta, che nascondeva quasi completamente la piega amara della bocca.

«Salve, ragazzi», salutò Simon, pacato. «Se non sbaglio, voi due lavorate con Harnack...»

«Infatti», ammise Miles.

«Beh, vorremmo ringraziarvi per l’aiuto che ci avete dato l’altro giorno», intervenne Withers. «Sedete a bere un bicchiere.»

Mentre Nashe si faceva largo a gomitate fra la folla per raggiungere il bancone e farsi consegnare due bicchieri, Latimer sedette, ricordando gli avvenimenti a cui Withers si era riferito ...






Index & An Appendix




(From James B. Cox, Ombre del passato, Bologna, La Frontiera Edizioni, 1991, pp. 23-24)





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