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Publié par Alessandro Zabini

Emilio Salgari scrittore: 11. La liberazione di Ralph

Il massacro di animali di ogni genere è uno dei principali elementi ricorrenti della formula narrativa adottata da Salgari per Avventure fra le Pelli-Rosse, un utile riempitivo a cui lui e gli altri romanzieri d’avventura ricorrono spesso per rimpolpare la narrazione, analogo al facile espediente spesso impiegato dagli autori di Black Mask, così ricordato da Raymond Chandler: «Avevi un dubbio? Subito far entrare qualcuno con in pugno una pistola» (1).

In questo capitolo Randolfo, Morton e Diego trucidano una famiglia di orsi, animali che sono spesso vittime dei personaggi di Salgari, in particolare nei western, come è stato puntualmente documentato da Vittorio Sarti (2).

L’assoluta inverosimiglianza dei frequentissimi scontri con animali presentati nei romanzi d’avventura come assai feroci e pericolosi—anche se di solito gli eroi li spacciano senza troppe difficoltà— appare evidente se si consultano i diari e le testimonianze di coloro i quali vissero gran parte della loro esistenza nella wilderness, in assoluta solitudine per lunghi periodi, senza mai avere simili «perigliosi incontri», ossia traders come George Croghan, bordermen come Christopher Gist, Daniel Boone e Simon Kenton, long hunters come Henry Skaggs e Elisha Walden, e mountain men come James Clyman. Si potrebbero citare numerosissimi documenti per dimostrare che bisonti, orsi, coguari e lupi non costituivano alcun pericolo per coloro che si addentravano nelle foreste, nelle praterie e nelle montagne non ancora colonizzate, se non quando erano costretti a difendersi perché aggrediti. Invece era facilissimo ucciderli, e infatti furono sterminati: all’inizio del XIX secolo erano quasi completamente scomparsi a oriente del fiume Mississippi (3). Nei diari di coloro che per primi esplorarono le foreste primordiali della Valle dell’Ohio, gli animali di ogni specie sono tanto numerosi quanto facili da uccidere, e mai pericolosi (4). Per esempio, Christopher Gist, solo con il figlio, in Kentucky, nel gennaio 1752, scrisse nel suo diario: «Da giovedì 9 a domenica 19 […] Uccidemmo orsi, cervi e wapiti in abbondanza […] Mercoledì 22 […] scacciammo un coguaro da sotto una roccia in cui vi era abbastanza spazio per noi, vi ci accampammo e avemmo buon riparo» (5). Uncle Dick Wootton narra di essere andato una mattina a caccia di orsi, di essersi imbattuto in quattro grizzly adulti radunati in una radura e di essere semplicemente rimasto immobile, fino a quando i plantigradi, dapprima inquieti, si sono persuasi che non intendeva minacciarli e se ne sono andati. Proprio come il leggendario mountain man si comportava Walter Bonatti quando, solo nella savana, incontrava branchi di leoni (6).

D’altronde, i grizzly erano gli unici animali che potevano essere pericolosi. Jim Clyman racconta nel suo diario di avere dovuto ricucire il cuoio capelluto e un orecchio a Jedediah Smith, il quale aveva avuto la sventura di trovarsi improvvisamente faccia a faccia con un grizzly (7).

Per la strage della famiglia di orsi Salgari si appropria di alcune pagine di un romanzo pubblicato a puntate nell’ebdomadario da cui ricava tutti i materiali da inserire nella propria riscrittura: Giulio Gros, Gli ultimi pellirosse dell’America settentrionale, «I. Un assalto notturno», Giornale illustrato dei viaggi e delle avventure, Anno III, n. 121, 23 Dicembre 1880, pp. 130-131; e «II. Una strana capigliatura», Giornale illustrato dei viaggi e delle avventure, Anno III, n. 122, 30 dicembre 1880, p. 140. Nel Giornale illustrato n. 126, del 27 gennaio 1881, compare l’ultima puntata di questo romanzo, che è la traduzione di Jules Gros, Les Derniers Peaux-Rouges du Nord Amérique, «I. Une attaque nocturne»,Journal des Voyages, n. 158, Dimanche 18 Juillet 1880, pp. 18-20; e «II. Un scalp singulier»,Journal des Voyages, n. 159, Dimanche 25 Juillet 1880, pp. 34-36. In questo caso, come mostra il raffronto, Salgari utilizza il testo in maniera più libera che nei casi precedenti.

 

Emilio Salgari scrittore: 11. La liberazione di Ralph

Note

 1. Raymond Chandler, «La semplice arte del delitto», in La semplice arte del delitto, Milano, Garzanti, 1973, vol. I, p. 30.

 2. Il Re della Prateria (1896): orsacchiotti: parte seconda, cap. IV; orsi neri: parte seconda, cap. IV, V, VI; Al Polo Nord (1898): baribal od orsi neri: cap. I; I Minatori dell'Alaska (1900): baribal: cap. IV, V; Avventure fra le Pelli-Rosse (1900): orso: cap. XVII, XX; La Sovrana del Campo d’Oro (1905): muskwa e orsi neri: cap. XIX: Sulle Frontiere del Far West (1908): baribal o orso nero: cap. IV; La Scotennatrice (1909): orso nero: cap. XX; Le Selve Ardenti (1910): orso nero: cap. III, IV, V, VI; La Crociera della Tuonante (1910): orso nero: cap. XIII, XVIII; Straordinarie Avventure di Testa di Pietra (1915): orsi neri: cap. VII, VIII, IX, X, XI (Vittorio Sarti, Baribal).

3. Joseph Doddridge, Notes, on the Settlement and Indian Wars, of the Western Parts of Virginia & Pennsylvania, Wellsburgh, Virginia, Printed at the Office of the Gazette for the Author, 1824, pp. 67-75.

4. Ecco un breve elenco di documenti consultabili a questo proposito: Christopher Gist’s Journals, a cura di William M. Darlington, New York, Argonaut Press, 1966; Early Western Travels, 1748-1846, Vol. I, Journals of Conrad Weiser (1748), George Croghan (1750-1765), Christian Frederick Post (1758) and Thomas Morris (1764), Edited by Reuben Gold Thwaites, New York, AMS Press, 1966; Charles A. Hanna, The Wilderness Trail, In Two Volumes, Lewisburg, Pennsylvania, Wennawood Publishing, 1995; The Olden Time, Edited by Neville B. Craig, Cincinnati, Robert Clarke & Co., 1876; Lyman C. Draper, The Life of Daniel Boone, Edited by Ted Franklin Belue, Mechanicsburg (PA), Stackpole Books, 1998; James Clyman, American Frontiersman, 1792-1881, Edited by Charles L. Camp, San Francisco, California Historical Society, 1928; The Journal of Jacob Fowler, Edited, With Notes, by Elliott Coues, New York, Francis P. Harper, 1898; Mark A. Baker, Sons of a Trackless Forest: The Cumberland Long Hunters of the Eighteenth Century, Franklin (TN), Baker’s Trace Publishing, 1997.

5. Christopher Gist’s Journal, p. 72.

6. Uncle Dick Wootton: The Pioneer Frontiersman of the Rocky Mountain Region, By Howard Louis Conard, edited by Milo Milton Quaife, Lincoln and London, University of Nebraska Press, 1980, pp.138-139. Per l’esperienza di Walter Bonatti posso offrire soltanto il mio ricordo di ciò che lui stesso raccontò nel corso di una trasmissione radio negli anni ottanta del secolo scorso.

7.  James Clyman, American Frontiersman, pp. 26-27. Il famoso episodio è stato raccontato più volte, anche da Rino Albertarelli in Jed Smith: Il magnifico vagabondo, Milano, Editoriale DAIM Press, 1974, Collana «I protagonisti», n. 4, pp. 41-44.

Emilio Salgari scrittore: 11. La liberazione di Ralph

Nel raffronto: a sinistra, Gli ultimi pellirosse dell’America settentrionale, con il testo utilizzato da Salgari in grassetto; a destra, «La liberazione di Ralph», con le trascrizioni in grassetto, e le alterazioni e le sostituzioni in corsivo.

Emilio Salgari scrittore: 11. La liberazione di Ralph
Emilio Salgari scrittore: 11. La liberazione di Ralph
Emilio Salgari scrittore: 11. La liberazione di Ralph

 

Il testo di Avventure fra le Pelli-Rosse riprodotto nei raffronti è quello dell’edizione Sonzogno 1934, emendato con la correzione di alcune evidenti sviste tipografiche e mediante il confronto con quello dell’edizione Fabbri 2004, a cui rimandano i  numeri di pagina, salvo diversa indicazione, per facilitare il confronto e la verifica.

Illustrazioni

Tancredi Scarpelli, in Emilio Salgari, Avventure fra le Pelli-Rosse, Milano, Sonzogno, 1934, pp. 161, 169, 225.

 

Emilio Salgari scrittore: 10. I banditi della prateria

Emilio Salgari scrittore: 12. Il villaggio indiano

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