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Publié par Alessandro Zabini



Finora nessuna profezia escatologica si è mai avverata, tuttavia lo scrittore nordamericano Terence McKenna, in accordo peculiare con un antico calendario che non è cristiano né musulmano, né occidentale né orientale, calcolò con precisione estrema quella che a suo parere sarà la vera data escatologica ed enunciò una profezia che appare particolarmente affascinante, giacché risulta da un connubio fra l’antica divinazione cinese, le visioni lisergiche, la matematica, lo sciamanesimo, l’esoterismo, l’apocalittica, e una concezione peculiare della tecnica: «Quei discorsi dualistici che sostengono che l’umanità non fa parte dell’ordine naturale», scrisse McKenna, «sono privi di senso: non saremmo potuti nascere se non fossimo serviti per un determinato obbiettivo inserito nell’ecologia del pianeta. Non è chiaro quale sia il nostro compito, ma pare abbia a che fare con i nostri numerosi strumenti di ricerca», cioè, in sostanza, con la tecnica, la quale avrebbe la funzione di «perfezionare e conservare le energie della vita e della morte, del tempo e dello spazio» per consentire all’umanità di recarsi all’incontro con l’«altra dimensione».

Fu per averne letto nelle opere di Carl Gustav Jung che McKenna iniziò a studiare l’antico oracolo cinese conosciuto come I King. Consultandolo sistematicamente e annotando gli esagrammi ottenuti durante un periodo di alcuni anni, scoprì di avere ottenuto «ciascuno dei sessantaquattro esagrammi almeno una volta», ciò che gli parve «gravido di significati», com’egli stesso scrisse, poiché «il ripetersi statistico di ciascun esagramma non è affatto regolare e la probabilità che uscissero tutti gli esagrammi in così pochi tiri era piuttosto rara». Gli sembrò di avere scoperto i «disegni, presenti dappertutto», i quali «rappresentano uno schema preciso della vita».

Continuando nello studio dell’I King, McKenna si domandò se l’ordine in cui erano stati organizzati i sessantaquattro esagrammi «fosse un vero ordine, governato da regole, oppure se fosse semplicemente un miscuglio casuale sancito dalla tradizione». Sollecitato da tale interrogativo, pervenne gradualmente a scoprire una corrispondenza fra gli esagrammi e un calendario di 384 giorni, equivalente a tredici cicli lunari, che sarebbe «un sottoinsieme in uno schema frattale di misurazione del tempo», com’egli stesso dichiarò. In sostanza, si persuase che il metodo divinatorio cinese si fondasse su «una vera e propria scienza matematica», nonché su una concezione del tempo «come numero finito di elementi distinti e irriducibili, allo stesso modo in cui il mondo della materia è costituito di elementi chimici». Nell’I King, questi elementi temporali irriducibili sono sessantaquattro, ciascuno simboleggiato da un esagramma.

Ispirandosi inoltre al pensiero di Alfred North Whitehead, McKenna teorizzò che «l’universo, la vita umana, un impero, un ecosistema, in breve, qualsiasi processo su larga o piccola scala, può esser visto come una lotta dinamica tra due fattori che io chiamo abitudine e novità […]. L’abitudine non è altro che ripetizione di modelli stabiliti, conservazione, l’aggrapparsi a ciò che è già stato raggiunto in un sistema; la novità è il correre rischi, l’esplorazione, l’insolito, il mai-visto prima». Ebbene, tale teoria sostiene che la natura tende a produrre, a conservare e a far prevalere la novità, mediante un processo innovativo di accelerazione esponenziale, in cui «il mondo umano con la sua tecnologia e la sua società complessa rappresenta la massima novità finora raggiunta».

Sulla base delle relazioni fra i sessantaquattro elementi temporali simboleggiati dagli esagrammi dell’I King, McKenna costruì un modello matematico del tempo, inteso come processo ciclico, che include il concetto di conservazione della novità.

A partire da questo modello matematico, elaborò un programma informatico in grado di calcolare quella che egli stesso definì «onda temporale zero», la quale descrive il flusso e il riflusso della novità. Inserendo nel programma una grande quantità di dati storici, paleontologici e geologici, gli fu possibile calcolare che l’onda temporale tende verso una «novità definitiva», un «oggetto trascendentale alla fine del tempo», descritto come «la zona trascendentale dove tutto ha senso», «un misto tra la nostra anima e i dischi volanti della fantascienza dozzinale, ossia la luce guida della città della Rivelazione posta sul finire del ventesimo secolo».

In altre parole, «ci stiamo muovendo», sostenne McKenna, «verso il regno dell’immaginazione dove risiede il futuro dell’umanità».

La profezia di McKenna, fondata su precisi calcoli matematici, annuncia che incontreremo questo regno apocalittico, l’oggetto trascendentale alla fine del tempo, il «punto nell’intero ciclo dove il livello di abitudine scende fino allo zero» e dove «di conseguenza […] la novità raggiunge l’infinito», non fra parecchi millenni, bensì fra pochi anni, ossia «il giorno del solstizio del 2012»: il 21 dicembre.

Questa data coincide esattamente con 13.0.0.0.0, ossia quella che gli antichi Maya avevano calcolato come la fine di un’età del mondo, l’ultima data del Grande Ciclo: un periodo di 5125 anni, iniziato l’11 agosto del 3114 a.C.

Quel giorno, vi sarà la congiunzione del Sole al solstizio d’inverno con l’incrocio, in Sagittario, fra l’Equatore Galattico, cioè il centro della Via Lattea, e l’eclittica, che per i Maya era l’Albero Sacro, conosciuto anche semplicemente come l’Incrocio.

Là, dove sembrava all’antico popolo che avesse avuto luogo la creazione, inizia la biforcazione tenebrosa della stessa Via Lattea, la quale appare come una fenditura, o una strada che sale, indicando la direzione del centro della galassia, verso quello che i Maya chiamavano il Cuore del Cielo, cioè la regione della Stella Polare, la zona oscura del firmamento che è la porta sacra per l'aldilà, l’accesso alla vita e alla morte, in quanto rappresenta la morte intorno a cui ruota la vita, ma anche l’origine e la fonte sacra: l’Altrove.

A mezzogiorno, quando giungerà al centro dell’Albero Sacro, il Sole, il quale rappresenta il re divino, Pacal, che sale l’Albero Sacro nella morte, potrà saltare dall’eclittica, varcare la soglia del solstizio d’inverno, e potrà, attraverso la porta sacra, accedere alla strada per l’aldilà, e salire la Via Lattea che conduce alla regione della Stella Polare, il Cuore del Cielo.

Nel periodo che ci separa da quel giorno, McKenna ritenne che, «grazie all’accelerazione dovuta al dispiegarsi del processo d’innovazione», attraverseremo «un numero di territori maggiore di quello riscontrato dal Big Bang fino ai giorni nostri». Com’egli stesso dichiarò, «l’universo sta dispiegando un processo di auto-metamorfosi, e gli esseri umani mostrano di aver percorso il sentiero che li ha portati in una nuova èra, una nuova epoca di crescente avvicinamento al processo di auto-rivelazione».

Saremo investiti con densità crescente dai tachioni, i quali provocheranno «effetti bizzarri sul sistema nervoso umano», si avranno visioni e apparizioni, i fenomeni paranormali si manifesteranno con una frequenza e una intensità sempre maggiori, e «non è irragionevole supporre che extraterrestri a bordo di UFO, se esistono, si daranno appuntamento sulla terra per indagare il fenomeno, o meglio, per indagarlo in anticipo» .

Nel 2012 il tempo cesserà di essere lineare perché nel frattempo scopriremo la macchina del tempo. Allora, in un istante, la storia universale si fermerà e gli umani incontreranno gli alieni, cioè quegli esseri ultradimensionali e dimetiltriptaminici che finora è stato possibile conoscere soltanto attraverso gli stati alterati di coscienza.

«Penso che stiamo andando incontro a tutto ciò che possiamo immaginare: la resurrezione e la vita, il superamento dello spazio/tempo tridimensionale, i viaggi nel tempo, l’immortalità, la coscienza telepatica planetaria extra-corporea… tutto questo ci verrà consegnato dall'immaginazione umana su suggerimento degli dèi, delle entità e delle potenze dell’inconscio umano».






Fonti

Jenkins, John Major, «The How and Why of the Mayan End Date in 2012 A.D.», 23 Maggio 1994, <http://www.levity.com/eschaton/Why2012.html>

Lacayo, Richard, «The End of the World As We Know It?», «Time», n. 2, Vol. 153, 18 Gennaio 1999, pp. 38-45.

McKenna, Terence, «Vere allucinazioni», Milano, Shake edizioni Underground, 1995.

McKenna, Terence, «Apocalisse gioiosa», Roma, Stampa Alternativa, 1998.

McKenna, Terence, «Derivation of the Timewave from the King Wen Sequence of Hexagrams», <http://www.levity.com/eschaton/waveexplain.html>

Thompson, Damian, «A Wired and Weird Millennium», «Time», n. 2, Vol. 153, 18 Gennaio 1999, p. 49.

Citazioni: McKenna, 1995, pp. 213, 214; McKenna, 1995, p. 141; McKenna, 1998, pp. 65, 66; McKenna, «Derivation of the Timewave»; McKenna, 1998, pp. 58, 59, 60; McKenna, 1998, pp. 35, 53, 65; McKenna, 1998, pp. 35-36; McKenna, 1998, pp. 65, 67, 72; McKenna, 1998, p. 67; McKenna, 1998, p. 70; McKenna, 1998, p. 93.





(Pubblicato per la prima volta in Giorgio Ritter, «Y2K, Il Segno della Bestia: Millennium Bug e Apocalisse», Roma, Tre Editori, 1999.)






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H
<br /> Grazie per aver riportato questo pezzo ;)<br /> hex :)<br /> <br /> <br />
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