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Publié par Alessandro Zabini

 

 

 

 

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Il Continente Misterioso fu pubblicato nel 1894 dall’editore Paravia, di Torino, con illustrazioni di Giovan Battista Carpanetto (sei disegni nel testo e cinque tavole in bianco e nero fuori testo), nonché parecchie illustrazioni della flora e della fauna australiane, opera di autore sconosciuto: dodici nel testo e quattro a piena pagina.

 

 

 

 

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Una delle numerose ristampe del romanzo è quella nella collana settimanale «Avventure di terra e di mare», che le Edizioni del Gabbiano, di Roma, dedicarono alle opere di Emilio Salgari nel 1966, con illustrazioni di copertina di Carlo Jacono. Rileggendo la prima pagina di «questa edizione», che «sostituisce la corrispondente edizione normale della casa editrice A. Viglongo e C.», e confrontandola con l’edizione Fabbri (Milano, 2002), la quale invece «riproduce il testo di una delle edizioni originali pubblicate dalle case editrici di riferimento tra il 1887 e il 1926», si osserva che il testo è lievemente diverso dall’originale, forse per facilitarne la lettura «ad uso della gioventù», come precisavano allora gli editori. È abolita una nota con cui Salgari spiegava che i mondongueros sono «piccoli pesci che vivono in grandi torme nei fiumi dell’America del Sud e che hanno tali denti da spolpare un uomo in pochi minuti». Riproduco sotto la prima pagina dell’edizione del Gabbiano e di seguito elenco le altre modifiche.

 

 

 

 

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«Non ho mai veduto una terra simile; eppure ho passeggiato il globo terracqueo in tutti i sensi.»

«E dove il merluzzo si pesca nei fiumi e il pesce persico si trova in mare, marinaio

« […] dove gli alberi non danno frutta e trasudano invece gomma; dove si trovano piante che ti avvelenano a metà, solamente passandovi vicino; […] »

«Sì, figliuol mio, ma il tuo augurio m’ha fatto venire la pelle d’oca.»
«A un marinaio pari tuo, che ha veduto la morte dinanzi agli occhi e che per poco non è stato divorato vivo dai mondongueros, della pampa patagone! Vuoi scherzare, mastro Diego?»
«Non ischerzo, Cardozo; malgrado tutto ci tengo ancora alla mia vecchia pelle e mi spiacerebbe perderla in questo che è così lontano dal mio.»

 

 

 

 

 

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