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Publié par Alessandro Zabini






Le vent s’était levé à l’ouest et la forêt bruissait comme la mer. A l’extrême pointe de l’Europe, à l’ouest, la mer soulevait au-devant des aventuriers ses lourdes lames et tout son arsenal efficace de brumes, de rochers et de pluies.

Pierre Mac Orlan, Port d’eaux mortes





Pareva meno probabile esservi atteso da coloro a cui doveva sfuggire per restare in vita, così scelse il traghetto e Perros Guirec, senza sapere dell’antico luogo sacro emerso dalle brume presso la fontana, né del mor-vran delle Sept-Iles, né dell’Oiseau de Mort che grida rauco nella tempesta, e neppure della Penheres, statua rozza e gigantesca, forse arcaica divinità del mare. Dalla punta di Port L’Epine vide le isole, il mare grigio, il cielo grigio, il faro rosso e il faro giallo che si specchiavano, le luci della bisca galleggiante al largo, il fosco profilo illuminato del promontorio. Una terra e una notte in cui era impossibile determinare dove incominciasse la vita e dove finisse la morte. Per scappare aveva bisogno di molto denaro, perciò preferì un tavolo privato: un modo rapido, facile e sicuro per sconfiggere al gioco dilettanti ricchi. Nella bruma piovigginosa che attutiva il remoto rumoreggiare dell’oceano, si recò a un villino che guardava sul selciato sfavillante di un vicolo, dove in seguito giunse inaspettatamente accompagnata una donna, la quale domandò di giocare. E nulla si poteva negare a tale bellezza…














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