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Publié par Alessandro Zabini






L’alcool aidant, j’ai cru longtemps dans la pluie d’hiver, entre Lorient et Concarneau, que tous les hommes et moi-même qui vivions devant l’eau trouble et le brouillard aux yeux de poulpe n’ètions que des fantômes destinés à èmouvoir une réalité solidement construite par l’imagination.

Pierre Mac Orlan, Porte d’eaux mortes




Portava un ciondolo d’argento a forma di donna nuda dalla testa felina, fiocamente luccicante sugli abiti foschi, con occhi di pietra che parevano scagliare raggi luminosi e riflettersi negli ombreggiamenti fugaci con cui scivolavano lievi e precise sul panno verde, in un fruscio pulsante, le carte lucide, lisce e mute. Aveva detto—cattivo presagio—di avere vinto il pendente al gioco. Nessun altro gioiello, a parte l’anello a sigillo che luccicava sulla sua mano bellissima.

Intorno a lei, luce e ombra si compenetravano tremolando in confini netti e mobili soltanto in apparenza. Bella e ferale intrappolatrice, perfetta per quelle coste su cui l’oceano frusciava come una foresta nel vento che soffiava da occidente, abbozzava un sorriso, sorrideva, irretiva e non lasciava scampo.


















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