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Publié par Alessandro Zabini






Vi fu la porta come una lagna: si apriva e si chiudeva sempre con identico cigolio, canto, e ti si vedeva entrare sconosciuta.

Vi furono le potenze delle mura, forza fragile ed assoluta, guerrieri che difendevano dalle orde esterne bramanti l’umiliazione più del sangue.

La noia senza soggetto, se così si può dire, non aveva causa apparente o precisa, tuttavia riusciva a mettere in fuga il desiderio.

L’impiantito compiacente vòlto verso la faccia vincente, rifiutata del dado.

Adagiarsi sul pavimento insieme, come in acqua, annegando questa chiazza definitiva, era semplice come chiudere gli occhi.

Nessun ricordo più bello.








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