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Publié par Alessandro Zabini




Non rimase altro da fare che sorvegliare gli assassini, a cui si erano uniti venti guerrieri tonkawa, e verificare se, come pensavamo, intedevano compiere una scorreria a sud-ovest, nel nostro territorio di caccia. Lasciato il bivacco, i fratelli Darke e i Tonkawa partirono verso nord-est come se avessero una meta precisa.
In dieci, eravamo troppo pochi per ucciderli tutti, quindi mandammo un messaggero ai nostri fratelli affinché ci mandassero rinforzi, e intanto sorvegliammo i Tonkawa.

Andai in ricognizione con il fratello di mia moglie, Paukisa, ossia Rannicchiato, il quale appartiene al clan del Coguaro. Il suo nome ricorda Sipaasee, il Coguaro, quando è in agguato, in procinto di balzare sulla preda. Adottammo ogni precauzione per non farci scorgere, evitando di sollevare polvere, di profilarci contro il cielo, di attraversare vasti spazi aperti, e scoprimmo che i Tonkawa avevano rimandato la scorreria nel nostro territorio di caccia perché avevano trovato prede più facili: tre viaggiatori che con tutta evidenza erano venuti dall'Est per visitare le praterie, i quali erano scortati da due cacciatori bianchi e alcuni Shawnee di Cape Girardeau: tre anziani e tre ragazzi. La piccola carovana era diretta verso il nostro territorio di caccia, per un motivo che ancora non conoscevo, e stava andando incontro ai Tonkawa.

Con una breve consultazione, escogitammo un piano. Sempre senza farsi scorgere, Paukisa andò ad avvertire i nostri compagni. Lasciato il cavallo in una gola, io mi avvicinai a piedi alla carovana, nascondendomi agli scorridori tonkawa che la sorvegliavano, e durante la sosta di mezzogiorno parlai con la voce del Corvo. Allora uno Shawnee anziano si allontanò dal bivacco come se avesse una necessità, e mi si accostò. Restando nascosto nell'erba alta, gli spiegai quello che accadeva e gli suggerii di proseguire il viaggio soltanto fino alla cima di un poggio erboso, sormontato da un boschetto, che sorgeva a breve distanza dal sentiero.

Poi approfittai del mio vantaggio sugli scorridori tonkawa: io sapevo che loro erano nelle vicinanze a spiare la carovana, ma loro non si erano accorti della mia presenza, né di quella di Paukisa. In breve tempo vidi uno scorridore stagliarsi brevemente su un crinale erboso, e poi la testa di un altro spuntare a malapena dal ciglio di un burrone.
Sempre a piedi, per nascondermi meglio, girai attorno al colle finché fui alle spalle del primo: il suo cavallo era legato in un boschetto e lui era sempre prono sul crinale. Furtivo come la lince, mi avvicinai sottovento, per non essere fiutato né udito, né dal cavallo né da lui. La brezza mutò all'improvviso quando mi trovavo a dieci passi dal Tonkawa, che si girò di scatto, portando la mano al coltello. Senza esitare, scagliai il tomahawk, che fece quattro giri completi e gli si conficcò nel cranio.

Intanto, come se niente fosse, la carovana ripartì.

Sempre a piedi, mi recai al burrone dove avevo visto l'altro scorridore tonkawa, e lo trovai che giaceva nell'erba insanguinata, con la gola tagliata: Paukisa lo aveva appena scotennato. Col cavallo del Tonkawa, andammo a recuperare il cavallo di Paukisa, quello dell'altro nemico ucciso, e il mio.






(Continua)







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