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Publié par Alessandro Zabini








Destinata ad essere rapita, ovvero a passare le acque infere, Ganhumara, una volta riconquistata, sarebbe divenuta sposa del suo liberatore, a cui sarebbe andato il suo tesoro, che includeva la regalità, oltre alla capacità di donare la vita e la morte, la rinascita e la vita beata oltre la morte. Nei riti iniziatici di regalità, il diritto alla successione regale si acquisiva mediante una prova iniziatica che era un’autentica esperienza di morte—un viaggio nell’Aldilà, oltre le acque della morte, reso arduo da una serie di prove avventurose, che si concludeva con la conquista della donna e il ritorno alla vita. Presso i Pitti, infatti, il regno si ereditava per discendenza matrilineare.

Non si conosce la lingua del misterioso popolo pitto, tuttavia se ne conosce il diritto, che era matriarcale: sull’appartenenza tribale del figlio e sul diritto ereditario decideva la madre, il cui figlio succedeva al trono—la figlia prendeva il nome della madre, o il suo nome da nubile—il figlio del re non ereditava il trono, giacché la successione avveniva esclusivamente per diritto materno—un figlio di re avrebbe potuto regnare soltanto se il sovrano lo avesse avuto dalla propria sorella. Soltanto i figli di regine ereditavano proprietà e sovranità. Chi era figlio di re, come Anguselus e come Meleagant, doveva conquistarle. In base a tale diritto matriarcale—che era quello dei Pitti, come Ganhumara, Loth, Anguselus, Gualguanus—e non quello dei Celti, come Arthur—il successore al trono doveva essere Modred, in quanto figlio della sorella maggiore del sovrano, che era di stirpe regale femminile.

La donna era dunque detentrice della regalità, che si trasmetteva per discendenza matrilineare, e aveva la facoltà di assegnarla al consorte che lei stessa sceglieva. Al tempo stesso, consumare il matrimonio con una donna indipendente, che avesse diritto alla corona, al regno e al comando militare, qual’era Ganhumara, conferiva all’uomo il titolo di principe consorte. Alla morte della regina, le terre di lei e la Tavola Rotonda non sarebbero passate ad Arthur, bensì alla sua sorellastra, la «falsa Ginevra». Ecco i motivi dei suoi pretendenti, vale a dire Urien, Meleagant, e infine Modred.

Discesa agli inferi, che implica morte e rinascita, il ratto è anche matrimonio. In quanto detentrice della regalità, che il pretendente deve conquistare, la regina viene rapita e condotta oltre le acque infere, nel regno dei morti. Per lei, gli uomini sono sposi, rapitori o salvatori. Per lei, ogni avventura ed ogni sacrificio sono degni di essere affrontati, persino quando si incontra il pericolo estremo.






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