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Publié par Alessandro Zabini




Response




Principio d’indistinzione… Principio d’identità? Comunque sia, dissolve vero e falso, bello e brutto, espresso e inespresso, poesia e prosa, verso e slogan, ciò che è e ciò che non è letteratura, avventura e quotidianità, opera d’arte e merce, ideologia e critica—i concetti insieme alle forme.

Soggetto, oggetto, vero, bene, bello, gusto… Negati, indugiano come ombre desiderose di vendetta. Lasciarli andare, affinché si dissolvano trasformandosi. Nuovi corpi, nuove ombre. Nuovi oggetti, nuovi concetti.




Call




trovare nella scrittura
la forma del caos
la forma del disordine
sovvertire le tradizionali convenzioni
che presiedono alla definizione di bello stile

nessuno stile
nessuna voce peculiare
nessun controllo del parlante sul discorso
niente scrittura automatica

incerta l’identità della voce che parla
nessuna rappresentazione, nessuna psicologia
reiterare senza tregua e nulla da dire

oscuramento
frantumazione
opacità

dissolvere il soggetto, la mitopoiesi, la verosimiglianza
la ludica e ordinata creazione di simboli e significati
il linguaggio con cui la letteratura costruisce le propri finzioni
l’ordine retorico, la chiarezza e la precisione
la struttura, la coerenza e i nessi logici
la pertinenza semantica, la leggibilità

antiretorica del principio d’indistinzione
vero e falso sono indistinguibili
tutto è ammesso
digressioni, contraddizioni, e così via…



(Appunti di lettura da Riccardo Campi, Favole per dialettici: Allegoria e modernità, Milano, Mimesis, 2005.)
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